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Recensioni |
Vincenzo Castelli Un artista operoso, pieno di carica vitale e di entusiasmo. Evolve le sue ricerche nell’ambito di un surrealismo d’avanguardia che ci lascia stupiti sul piano compositivo per certe preziosità del segno, traendone dei virtuosismi acuti,inquietanti allo scopo di isolarsi completamente da un mondo in cui non c’è più niente da scoprire. Notiamo con interesse che Rinò riesce ad immettere una particolare intensità di vita sentimentale anche agli oggetti più inerti, nell’ansia di scoprire nuove sensazioni attraverso composizioni suggerite dalla più sconcertante fantasia. Nel tema ecologico-sociale, egli analizza minutamente i suoi stati d’animo per trarne le sue ricerche nel mondo delle immagini tenacemente sospese tra il simbolo e la realtà. Sul piano composito e tecnico, oltre ad un cromatismo valido ed un singolare linearismo grafico, va ammirata nella pittura di Rinò un armonioso rapporto tra forma plasticamente ben calibrata e spazi prospetticamente ben definiti, che sono le premesse più significative all’affermarsi della sua Arte. Francesco Baccin … se tra i pittori che operano attualmente in Italia ce n’è uno per il quale la fantasia si spalanca come fonte primaria di creatività, questi è senz’altro Rinò. La sua non è fantasia fine a se stessa e cioè puro gioco astratto, immaginazione innanzitutto, capacità di accostamento e penetrazione dell’umana realtà attuale. Rinò inquadra paesaggi fantastici,spazi spasmodicamente desertici, rimasugli di alberi, arbusti e infiorescenze senza respiro, i quali si presentano tutti come interpretazioni e simboli della nostra vita. Nel loro insieme, queste visioni irreali si producono alla nostra considerazione come pretesti per la messa a punto di un ben definito discorso superiore. Nelle tele di Rinò vibra l’attesa di una vita più vita, palpita irresistibile la speranza di un prossimo futuro spalancamento di nuovi orizzonti. Credo poter affermare che l’intera opera pittorica del Rinò proietta sulla nostra esistenza quotidiana, quella luce di una salvezza certa per la quale, nonostante tutto, la realtà viene redenta e trasfigurata. E la carica di sentimenti che anima i quadri del Rinò sta proprio tutta qui: nella sua meravigliosa partecipazione, come uomo e come artista, alla quotidianità caotica dei nostri giorni. Questo trepidare l’attesa, questo reggere in alto la speranza trovano i loro felici elementi visivi e perciò tecnici nella scelta degli accostamenti policromi, nell’intensità colorica, dove anche le sfumature sono forti, e nella costante di un disegno molto notevole. Ecco perché le pitture e i disegni del Rinò si mostrano di effetto tutt’altro che meramente decorativo. In tutte le composizioni di questo pittore io scopro, invece, quel netto carattere strutturale, per avvalermi di un termine d’architettura, proprio perché tanto le forme quanto i colori si propongono in una funzione animatrice di una diversa visione del mondo e, soprattutto di noi stessi. Questa visione migliore che deve essere la sola nuova e, perciò, quella più profondamente rinnovabile. Mario Stromillo … ci viene spontaneo di chiedere perché egli abbia impostata la sua attività artistica in una ricerca di motivi che lo esulino dalla realtà, per rifugiarsi nelle zone idilliache del sogno nelle falde più sotterranee e conturbanti del subconscio, e ci pare evidente che i motivi siano gli stessi che hanno portato i maestri del surrealismo a tentare una fuga dalla realtà, convinti che il solo dominio coltivabile dell’artista sia quello sogno e del mistero. Carmelo Strano Non mancano a Rinò premi e riconoscimenti. Una rara pulizia di tinte e una sagace distribuzione degli spazi sono le prime doti che Rinò rivela, da un punto di vista tecnico, mentre da un punto di vista sentimentale i quadri di Rinò colpiscono per un forte sentire, che consente all’artista di realizzare di volta in volta l’atmosfera concepita e dovuta. Ecco, Rinò riesce, come si dice, a creare un’atmosfera e ciò, qualunque sia il soggetto trattato, il merito apparirà nella sua giusta luce. Bisogna premettere che in ogni caso le tele di Rinò piacciono per la precisa impaginazione, per certa rigorosa precisione disegnativa (che tuttavia non tocca mai la pignoleria), per le dolci e morbide gradazioni di colore, per un senso di soffusa serenità. Giorgio Falossi Pittore surrealista, il suo non è il solito surrealismo, ma è basato su reali trasposizioni di cose nei suoi quadri dove si possono denotare l’ingegnosità applicata nella sensazione artistica, onde evolvere dei sentimenti personali basati su emozioni emotive, spesso il tema ecologico si intravede nelle sue opere, o la trasposizione della nostra vita in mondi sconosciuti impregnano i suoi dipinti. Adelmo Vaghi Giovanissimo, spinto dal desiderio espressivo, dipinse a scopo personale per diversi anni, seguendo varie tendenze pittoriche che comunque personalizzava nell’impulso coloristico molto accentuato, che però non era contesto, ma passionalità, istinto, raffigurazione colorica del desiderio di comunicare con il suo simile in un discorso sociale avvalendosi di comprensione, bellezza e bontà per un’espressione migliore del nostro futuro. Umberto Merz “Odissea” Sul frammento di mondo, proiettato nello spazio e nel tempo, l’Antico e il Nuovo, i padri e i figli, l’ordine e il caos, convivono, cristallizzati in un equilibrio perfetto. Un alone di irrealtà, di mistero, come di sogno, illumina questa visione e la rende simbolo. Di un ideale , di una speranza. Fuggendo sulle nostre meteore immaginarie, che sono Arca, Caravella, Navicella spaziale, cerchiamo scampo dai contrasti del mondo. Ma non possiamo rinunciarvi. Sono il bagaglio della nostra fuga. Il contrasto è in noi. La fuga è scelta, verso nuove scelte. Walter De Montel Una delle ultime creazioni di Rinò, “ Il Sogno “, ripropone i temi cari all’artista: l’inesorabile, cosmico avvicendarsi di vita e di morte; la forza della natura e dell’uomo , tesi verso un destino di imperscrutabili mete; il trionfo della vita, che perpetua la speranza. Le atmosfere sono rarefatte, eppure intense, vibranti ; l’intenso simbolismo delle immagini pervade l’opera, ci commuove. E’ un lavoro maturo, di indiscussa grafica, ma in cui ancor di più ci colpisce l’equilibrio dell’artista, dagli scoppi violenti di luce, carichi di grande forza creativa, alla ricerca del tratto grafico puro, stilizzato, ed ora ad un’arte alla quale la fiducia nell’uomo e nel mondo dà nuovi equilibri, colori pacati, soffusi, come i sentimenti che quest’opera ci ispira. La terra è arida. Guglie graffiate da un vento lunare si stagliano contro un cielo illividito, la distruzione ha seccato la linfa nei rami dell’albero. Ora brancolano nel silenzio, alla ricerca di un’ultima scintilla di vita. La natura sta morendo, come le nostre anime, spente dall’indifferenza e dai ritmi estenuanti di un progresso senza respiro. Ma c’è una speranza, un’aurea di luce che s’irradia nel buio : una visione meravigliosa ci dice che il futuro è da costruire, più bello , più vivo , radioso come la luce del sole, intenso come il verde dei prati , sereno come una ridente vallata. Un tempo che solo la nostra voglia di vivere, di andare avanti ancora ci potrà regalare. Luigi G. Morace Poche parole sono sempre insufficienti per catalogare un’artista, e nel caso di Rinò la cosa diventa addirittura ardua per non dire impossibile. Interprete dei sentimenti e delle forze che sostengono il Cosmo, Egli definisce nel suo suggestivo discorso una attendibile realtà trasparente, un mondo parallelo, un’ipotesi agghiacciante e nello stesso tempo rinnovatrice dei valori esistenziali. Superando ma non negando la fantascienza, Rinò, magistralmente inserisce passato, presente e futuro in un’unica dimensione, riuscendo quasi miracolosamente ad abbattere tutte le barriere, tutte le divisioni convenzionali, tutti i confini, fino all’intima realtà, nella quale, oggetto e soggetto si interscambiano i ruoli e si identificano in un unico irreversibile destino, in una perenne involuzione-evoluzione , espressa dall’incredibile artista , con una affascinante fantasmagoria di luci, di simboli, di colori. Quella di Rinò più che una esposizione pittorica è un’opera, unica magnifica storia universale, le cui pagine sono di quadri e le parole sono sostituite da un nuovo linguaggio, più chiaro e più permanente. E’ la prima volta, che lo sforzo creativo di un pittore raggiunga le alte vette della lirica in un ambizioso sforzo filosofico , dove la realtà illuminata d’infinito svela all’uomo nuove frontiere, nuovi messaggi e soprattutto nuovi stimoli di vita. |